Un tentativo di fuga scoperto grazie alla delazione di un patrizio veneziano incarcerato e condannato a morte. Il Consiglio dei dieci accoglie la richiesta di grazia, ma infligge comunque una pena al patrizio veneziano.
1597 a 12 di mazo In Consiglio di dieci
Che la pena della morte contenuta nella sententia di Zuan Battista Bembo di 4 mazo 1591 dal Consiglio di Quaranta al Criminal, sia per la revelation da lui fatta della rottura della preggion Valiera, con pericolo di far fuggir li priggionieri, sì come si è inteso dalle depositioni lette, commutata in anni doi alla galea al sopradetto Bembo colli ferri a i piedi, con tutti i ordini dell’armamento in tal materia. Il qual tempo finito resti in tutto libero dalla predetta condennatione. Et non essendo egli habile al remo habbia a star per anni quattro in una preggion serrata.
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[allegato]
Die 9 maii 1597
Condotto innanti gli Eccelentissimi Signori Capi Zuan Battista Bembo carcerato per contrafattion di bando, così havendo lui ricercato, espose a Sue Signorie Eccelentissime quanto segue, i quali ordinarono che si notasse et disse in questo modo:
Mi offerisco di palesar a Vostre Signorie Eccelentissime una rotta di prigion dove vi sono molti prigioni di casi importantissimi, così dell’eccelso Consiglio di dieci, come di altri magistrati, i quali fuggiriano quando non se gli rimediasse. Però prego et supplico Sue Signorie Eccelentissime che vogliono metter parte nell’Illustrissimo Consiglio di dieci che palesando io questa rotta così importante et trovata la verità di questo fatto sia levato di prigione et posto a servir sopra una galea di condannati per huomo da spada a meza paga per anni tre et quattro; et quanto più parerà a Sue Signorie Eccelentisisme, la qual gratia è stata concessa ad altri che sono stati retenti per contrafattion di bando come sono stato io.
Illico, letta la sopradetta depositione alli eccelentissimi Signori Capi, Sue Signorie Eccelentissime commisero al sopradetto Zuan Battista che debba dir in che luoco è questa rotta perché fra tanto si possi rimediare, che poi Sue Signorie Eccelentissime porteranno il tutto al loro Illustrissimo Consiglio et essendo cosa di momento non se li mancherà di ogni gratia honesta.
Il qual Zuan Battisata disse:
Questa rotta che io ho detto è nella prigion Valiera nel volto primo sopra la scaffa et vi sono anco li ferri con li quali è stata fatta detta rotta, cioè una cagna di ferro et due scarpelli et una verigola. Et cercando diligentemente in prigione si troveranno essi ferri.
Illicò
Il capitano Battista Moretto riferì:
Hor hora son stato di ordine delli Eccelentissimi Signori Capi nella prigion Valiera per veder di trovar una rotta; la qual trovai al primo volto a banda zanca, in alto sotto il volto, dove era un buso di lunghezza di doi piedi et in larghezza era un piede, tanto che un huomo poteva comodamente passare per il detto buso, il quale era coperto da un carton finto come era la malta del muro. Il qual buso riferiva in sala dei pioveghi. Ho anco trovato una chizza in una fossa dove butta la scaffa et un ganzetto dredo l’orna. Ho anco trovato doi forcieri et una costa da mesa con calcina et piere che erano quelle della rotta, le quali robbe, cioè il carton, la chiozza et il ganzo ho presentaro in officio.
Adì X maii 1597
Il capitano Battista Moretto riferì:
Heri doppo haver fatto mandar i prigioni della prigion Valiera dove era la rotta, perché mi era stà detto da messer Zuan Battista Bembo che vi erano delli altri ferri, tornai in prigion et guardai diligentemente in un luoco dove lui mi haveva detto et trovai un scarpello con il manico di legno et una virgoletta, le qual cose presento.