Il 5 agosto 1604 gli avvocati di Euriemma presentarono una scrittura a suo nome presso i Giudici all’ Esaminador di Venezia:
Illustrissimi signori Giudici de Examinador
Perché con il corso del tempo non periscano le raggioni di me Euriema figlola del quondam magnifico signor Pietro Saraceno, nobile vicentino, et della quonda magnifica signora Trivulcia Brazzaduro, nobile vicentina, iugali, faccio l’infrascritto capitolo, quale provar intendo ad perpetuam memoriam et perhò suplico vostre signorie illustrissime admeterlo segondo il ritto del suo officio, intendendo che ditto capitolo et testimoni che sopra quello sarano esaminati restino secreti sino che haverò occasione et bisogno di prevalermi di quelli et salves le mie raggione di far altre prove, salvis etc.
Che il magnifico signor Pietro Sarasino mio padre, già anni 32 in circa hebbe la signora Trivucia mia madre, alhora relicta del quondam magnifico et eccelentissimo signor Alvise Losco dottore, per moglie et sempre, sino che visse deta mia madre, la qual morse l’anno 1577, la tene per tale. Et essendo detta signora mia madre inferma il detto anno 1577, dalla qual infirmità morse, volse anco, sì come effetualmente fece, sposare la detta signora Trivulcia mia madre nel loco del Finale, ove habitavano, con l’intervento del reverendo prette Francesco Arquari, sacerdote mansionario della chiesa catedrale di Vicenza, alla presentia di testimoni, et sicome dalli testimoni sarà deposto.
Adì 5 aprile 1604
Clarissimi domines Iudices Examinatorum viderunt et admisserunt supradictum capitulum, salvis oppositionibus et interrogatoriis.
Il 5 aprile i Giudici di Esaminador scrissero al podestà di Vicenza Francesco Badoer perché procedesse all’esame dei testimoni sul capitolo presentato da Euriemma. Ricevuta la lettera il giorno seguente, il podestà incaricò il vicario di procedere all’escussione dei testi. Il 13 maggio 1605 il Badoer scrisse ai giudici veneziani di aver adempiuto all’incarico, comunicando pure di inviare in allegato le carte originali delle deposizioni raccolte.
Adì 6 maggio 1605
L’egregio Battista Bottaro quondam egregio Rocco de Vicenza, della contrata del Domo, testimonio prodotto per il magnifico d. Scipion Caldgno, citato per Agnolo Tosato commandador, giurato, monito et …
Lettogli prima il capitolo et sopra quello diligentissimamente interrogato rispose:
Io mi ricordo quell’anno che morse la quondam signora Trivultia, relicta del quondam signor Alvise Loscho dottore, che non so poi precisse se fusse l’anno 1577, perché non ho tenuto tal memoria, che essendo io compare del quondam magnifico signor Pietro Saracino, mi attrovavo un giorno di quel tempo al Finale villa di questo territorio, i casa di esso magnifico signor mio compare, dove ero solito andarvi spesso, vidi in una casa, amalata essa gentildonna, la quale lui havea tenuto certo tempo avanti, non so mo’ come la fusse, sebene che la menò via da Noventa, doppo che la era vedoa. Et essendo così amalata, esso signor Pietro la sposò nella medesima sua casa al Finale et fu fatto il sposalitio dal reverendo messer pre Francesco Arquari, mansionario del Domo di questa città, al qual sposalitio mi ricordo che fu presente il signor conte Isepo Porto et uno Calza, homo d’arme, con molti altri che non saprei nominare, perché non ho tenuto tal memoria, per esser tempo assai, né manco li conoscevo tutti, ma so bene che quel giorno istesso, se non fallo, essa povera gentildonna morse. Et fu fatto esso sponsalitio nel modo et con le solenità, come si fa nelle chiese, presenti li testimoni. Et hec sunt.
Ad generalia, salvo che era compadre del quondam magnifico signor Pietro Saracino, padre della signora Euriema, nel resto rettamente rispose, dicendo di esser di anni sessantatre in circa.
Il spettabile d. Antonio Maria Dalle Hore quondam d. Pietro Bon, notaro et cittadin di Vicenza, testimonio come avanti prodotto, citato, giurato, monito et essaminato per suo giuramento, rispose:
Delle preomesse prime, al tempo che il quondam signor Pietro Saracino hebbe la quondam Trivultia relicta quondam eccelentissimo signor Alvise Loscho non ne so dir altro se non che, praticando a Noventa, havendo maritata una mia sorella nel quondam Pietro Francesco Calza, il qual era tutto di casa del detto quondam magnifico signor Pietro Saracino, un giorno esso Calza venne a casa et disse: ‘laudato Iddio, il signor Pietro Saracino ha sposata la magnifica signora Trivultia’; la qual so poi che poco doppo se ne morse, della qual cosa anco la quondam madonna Euriema, mia sorella, moglie di esso Calza, ne hebbe molta allegrezza.
Dicendo interrogato: esso Calza non disse poi né chi fossero statti presenti, né chi fosse statto il sacerdote che fecce esso sponsalitio, che mi vadi per fantasia per esser tempo assai. Et questo è tutto quello che posso dir della continenza di questo capitolo, non havendo meno in in memoria se fosse l’anno preciso 1577, ma è molto tempo, come ho detto, et hac…
Ad generalia recte respondit et disse di esser d’età de anni settantre.
L’egregio Giovan Battista quondam messer Luca di Vicenza, testimonio come avanti prodotto, esaminato, giurato, monito et essaminato, per suo giuramento respondit:
Quanto che io so et posso dirvi della continentia di questo capitolo che mi havesse letto è che attrovandosi l’anno 1589 presentato qui in corte il quondam magnifico signor Pietro Saracino per caso criminale sotto il reggimento dell’illustrissimo signor Giovan Battista Vetturi, lo accomodai d’una habitatione in casa mia, qui in corte, et havendo, come si fa, ragionamento seco lui mi hebbe a dire et confessare di haver sposato la quondam magnifica signora Trivultia sua moglie avanti che morisse in villa del Finale. Et mi soviene anco che doppo questo tempo, attrovandomi in Venetia in casa del signor Gasparo Cereda solicitador, dove era anco il quondam messer pre Francesco Aquani, prete di Domo di questa città, venuti a tal ragionamento insieme, esso messer pre Francesco mi disse che lui havea fatto il sponsalitio effetualmente tra essi quondam signori Pietro et Trivultia nella sudetta villa del Finale, in casa del detto quondam signor Pietro. E questo è quanto io posso dir in tal fatto.
Ad generalia recte dixit et disse esser di età d’anno sessanta in circa.
Adì 7 maggio 1605
Donna Antonia relicta quondam Giovan battista Togneto dal Pavaran, habita in Vicenza, in casa del signor Attilio Rondonio, testimone produtta, come avanti citata per Iseppo Nardini commandador, monita, giurata et essaminata, per suo giuramento respondit:
Lettogli prima il capitulo et diligentemente interrogata respondit:
Quanto io so della continentia di questo capitolo è questo, che nel tempo che morse la signora Trivultia capitolata, io stava con mio marito al Pavaran, dove facevimo beccaria et si travagliavimo; il qual mio marito praticava spesso al Finale in casa del quondam signor Pietro Saracino. Et essendo essa gentildonna amalata, detto mio marito venne a casa un giorno dicendomi: ‘sai tu che la signora Trivultia Brazzodura è morta hoggi et avanti che sia morta il signor Pietro Saracino la ha sposata’, presenti molti testimoni de quali hora non mi soviene che mi nominasse se non del signor conte Iseppo Porto. Et mi ricordo che mi disse che messer pre Francesco, qual praticava ivi havea fatto le parole del matrimonio in esso sponsalitio. Et questo è quanto io so et posso dirvi della continentia del capitolo, che del resto non ne so altro. Et haec etc.
Ad generalia recte … dicendo esser d’età d’anni 60 in circa.
Adì detto
L’eccelentissimo signor Lunardo Gasparini dottor di legge, quondam magnifico signor Marthio Vicentino, testimonio come avanti prodotto, citato per Francesco Ferrara commandador, monito, giurato et essaminato con suo giuramento, rispose come segue:
Letto da sè prima il capitolo et instante rispose: Questo reverendo don Francesco Aquani nominato in questo capitolo era mio cugnatto, fratello di madonna Aquilina mia consorte, dal qual messer pre Francesco ho sentito dire diverse volte che il quondam magnifico dominus Pietro Saracino havea sposata alla sua presentia et d’altri la quondam magnifica signora Trivultia Brazzodura nel logo del Finale in casa di esso magnifico signor Pietro, non mi ricordo mo’ il tempo di tal sponsalitio, ma diverse volte in tempo di sua vita esso quondam dominus pre Francesco me lo diceva mentre si attrovasse in casa mia in questa città, dove lui ha habitato, sal vo il vero, per quatordici anni continui et più, dicendomi tal cosa con occasione che venivimo a raggionamento del quondam signor Pietro sudetto, qual era suo amicissimo. Et esso reverendo mio cugnato portava un anello nel ditto; et più volte tollendo esso anello in mano diceva: ‘Questo è l’anello col quale è stata sposata la magnifica signora Trivultia dal magnifico signor Pietro Saracino’. Et mi par che dicesse che lui havea fatto le parole del sponsalitio. Et questo è quanto io so circa tal fatto. Et haec etc.
Ad generalia recte respondit, dicendo esser d’anni sessantaquattro.
Adì detto, in casa dell’infrascritta signora Aquilina, fori della Porta di Monte.
La magnifica signora Aquilina, consorte del magnifico et eccelentissimo signor Lunardo Gasparini, testimonia produtta come avanti, citata per Francesco Ferara commandador, giurata, monita et essaminata per suo giuramento, rispose:
Lettogli prima il capitolo et diligentemente interrogata respondit: Tante et tante quelle volte il quondam reverendo don Francesco Aquani mio fratello, così avanti che io mi maritassi, come doppo, in casa del signor mio marito, dove lui stette con noi molti anni, mi disse la quondam signora Trivultia Brazzodura, tuttoché il quondam magnifico signor Pietro Saracino li facesse cativa vita, lei stava constante et sperava che la dovesse sposare secondo la promessa fattagli di tenirla per moglie; et sotto tal nome gli era andata in casa. Et dappoi che essa signora Trivultia fu morta, havendo esso quondam reverendo mio fratello un anello in ditto, mentre fosse in casa nostra sde lo cavò dicendo: ‘Questo è l’anello col quale il signor Pietro Saracino sposò la signora Trivultia sua consorte avanti che morisse’. Et questo mi confirmò più volte secondo che si veniva a ragionamento del detto signor Pietro Saracino, con il quale esso reverendo mio fratello havea stretissima pratica et erano un’istessa cosa insieme. Et di più esso reverendo mio fratello mi disse che lui havea fatto le cerimonie del sponsalitio et mi par che dicesse che vi erano presenti statti delli testimoni et che tal sponsalitio seguisse nella villa del Finalle, dove esso signor Pietro habitava. Et questo è quanto io so in tal proposito. Et haec etc.
Ad generalia recte respondit, factis …et disse esser d’età d’anni 50 in circa.
Adì 8 maggio 1605, in casa della infrascritta testimonia, in contratta de San Marcello in Vicenza.
La magnifica signora Aurelia relicta quondam magnifico signor Bortolamio Orefice in secondo matrimonio, testimonia come avanti prodotta, citata per Bortolamio Veraro commandador, monita, iurata et essaminata, per suo giuramento rispose:
Lettogli prima il capitolo et diligentemente interrogata rispose. Io so questo, che essendo rimasta vedoa la quondam signora Trivultia Brazzodura, qual era moglie prima del magnifico et eccelentissimo signor Alvise Loscho, il quondam magnifico signor Pietro Saracino se misse a trattar di haverla. Et tanto fece con promesse di torla per moglie che lui gli andò in casa in villa di Noventa et ghe stette ivi parechio tempo, che lei praticava con quelle gentildonne che si attrovavano ivi di fori et secondo l’occasione, come se fosse stataa moglie di esso quondam signor Pietro, senza che alcuna si schivasse della sua compagnia, ma da tutte era tratatta come moglie di esso quondam signor Pietro, che poi la condusse al Finale a casa sua. Ma avanti che si partissero da Noventa loro hebbero questa figliola nominata signora Euriema, hora moglie del magnifico signor Scipion Caldogno, che io la tenni a battesimo, così ricercata da esso quondam signor Pietro suo padre, da parte sua et da parte della detta quondam signora Trivultia sua madre che l’haveva partorita. Et doppo che essa signora Trivultia fu condotta al Finale intesi dire che gli era venuta un’infirmità et che la disse ad esso signor Pietro suo consorte: ‘Caro signor dattime hormai questo contento’. Et che lui la sposò avanti che morisse et di questo ne era ivi et in quei controni publica voce et fama che l’havesse sposata, che tutti lo dicevano, ma non mi ricordo mo’ altre particulare in tal proposito, nè chi fosse il prete che facesse il sponsalitio, nè chi presente, ben so che quando mi fu detto che l’havea sposata io stetti in pensiero di andarmi ad allegrare, perché non è molta distantia dall’una all’altra villa, ma non ghe andai perché intesi che la era morta. Et questo è quanto io so.
Ad generalia salvo che fu la comadre a tenir a battesimo la signora Euriema, come ha detto; in relinquis recte et disse esser d’età d’anni sinquantaotto.
Adì 10 maggio 1605
L’illustre signor conte Iseppo da Porto del quondam illustre signor conte Giovanni, nobile vicentino, testimonio come avanti prodotto, citato per Francesco Giara commandador, monito, giurato et essaminato per suo giuramento, rispose:
Il quondam signor Pietro Saracino era figliolo d’una sorella del signor conte mio padre et oltre di ciò mio amicissimo; et è vero che havendo in casa la signora Trivultia Brazzodura, la teniva et tratava da gentildonna et come se li fosse moglie. Et perché spesso io mi conferiva prima a Noventa, dove stava, et poi al Finale, ad una sua casa dominicale, ho inteso diverse volte che la teniva per tale, ma perché non era mai statto fatto sponsalitio publico, essendo occorso che del 1577, salvo il vero, s’infermò et morse la sudetta signora Trivultia al Finale nella sudetta sua casa et desiderando lei che si facesse questa cerimonia, essendo ivi anco il reverendo messer pre Francesco Arquani, amico stretto et dipendente della casa del detto signor Pietro et della mia, facessimo offitio con il signor Pietro che facesse questo atto solenne in essecutione delle molte promesse che havea fatto alla sudetta signora. Et così, alla presentia nostra, tolto un anello d’oro che havea in detto il sudetto reverendo et facendo esso reverendo le parole cerimoniali solite nelli sponsalitii, sposò alla presentia nostra la signora Trivultia sudetta, che restò consolatissima, la quale poi, da lì a sei o sette hore, spirò. Et questo è quanto io so con verità circa questo capitolo.
Interrogato se vi fossero altri testimoni presenti a tal solenità di sponsalitio. Io non mi ricordo, rispose, che li fossero altri testimoni, perché il signor Pietro desiderava che la cosa fosse secreta per alhora, ma credo bene che molti di casa se n’acorgessero, overo se l’imaginassero et spetialmente uno messer Battista Bottaro, che era in quella casa alhora, et molte persone et dependente del sudetto signor Pietro. Et di questa verità io ne ho fatto fede per scaricar la mia concientia a diversi gentilhuomeni et gentildonne, parenti delli sudetti giugali, con questo fine aponto che se fosse morto io, overo il signor Pietro, senza che apparesse questa verità. si potesse far fede della mia relatione per solievo delli natali della dignora Euriema mia nepote che mi fa essaminare. Et questo continuis temporibus sempre quando mi è venuto occasione di parlarne, così innanti come dopoi la morte del sudetto signor Pietro, ho testificato constantissimamente, sì come al presente lo testifico avanti il signor Dio et alla giustitia, anzi dolendomi doppo la morte del signor Pietro che fosse morto il sudetto reverendo Aquani che fu l’altro testimone, ho dimandato l’eccellente domibus Lunardo Gasparino che ha una sorella del sudetto reverendo per moglie et che viveva loco et foco con detto suo cugnato, s’egli overo la moglie sorella del sudetto reverendo gli ne haveano mai sentito parlar di ciò. Il quale mi affermò haverne più volte inteso dire egli et la moglie dal sudetto suo cugnatto tutto aponto questo fatto, sì come io ho deposto. Et haec etc.
Ad generalia salvo quanto ha di sopra deposto la sudetta signora Euriema esser sua nepote figliola del quondam signor Pietro Saracino suo germano, in reliquis recte.
Adì 12 maggio 1605
In casa dell’infrascritto testimonio, posta in contrà de San Silvestro, dove io cancelliero mi sonno conferito, per attrovarsi egli gravemente nel letto gravatto de infirmità.
Il magnifico signor Alvise Loscho quondam magnifico dominus Alessandro, nobile vicentino, testimonio come avanti prodotto, citato per Agnolo Fosato commandador, giurato, monito et essaminato per suo giuramento.
Io praticavo stretamente con il quondam magnifico signor Pietro Saracino, qual era mio amico et mentre che si attrovassimo in villa praticavimo assai insieme, che io havea da far a Sozan, et non era mai settimana che non fossimo uno o doi giorni insieme; et con noi praticava anco il quondam reverendo pre Iseppo megiara da l’Agugliaro et così è che esso quondam signor Pietro hebbe la signora Trivultia Brazzodura che alhora era relicta quondam magnifico et eccelentissimo signor Alvise Loscho mio parente, la qual tenne sempre per moglie et la tratò come moglie; et sotto tal promessa la havea havuta et qualche volta esso signor Pietro mi diceva: ‘Che vechio, tu non mi voi troppo bene’. Al perché pareva a lui che non le facesse la debita et solita ciera; al quale io rispondevo: ‘Vi vorrei ben meglio se sposassi la signora mia parente, come è obligo vostro’. Et lui diceva. ‘La sposerò bene’. Che il signor Pietro Saracino la signora trivultia avanti che sia morta, perché ne anco sapevo che fosse morta et sentendo io allegrezza di tal accidente andassimo il prete sudetto et io a trovar esso signor Pietro per far li debiti complimenti, il qual mi fece molta accoglienza et tra le parole molte che mi disse fu questo particularmente: ‘Non mi vorrai già più male che io ho sposato tua parente avanti che mora’. Et così lo ringraziai et li dissi che havea fatto bene. Et questo m’affermò presente il sudetto pre Iseppo che me ne havea datto la nova. Né so poi chi fosse il sacerdote che facesse le parole, né chi fossero li testimoni, se non del prete sudetto dall’Agugliaro, il quando mi diede la nova di esso sponsalitio mi disse che era vero et che lui era statto presente a tal fatto, ma doppo è statta sempre voce et fama publica che esso signor Pietro havea sposato essa signora Trivultia et tutti ivi di fori s’allegravano meco che esso signor Pietro havesse sposato essa gentildonna mia parente. Et haec etc.
Ad generalia, salvo che era parente con l’eccelentissimo signor Alvise Loscho, natti de germani, in relinquis recte et disse esser d’età d’anni setanta in circa.
Adì 13 magio 1605
Comparso avanti me cancelliero il magnifico signor Scipion Caldogno procurator delle littere et per hora non volendo la signora Euriema sua consorte far essaminar altri testimoni de qui, certissima di farne essaminar a Venetia et anco qui facendo bisogno, ha instato che il presente processo sia mandatto a Venetia originale conforme le littere delli clarissimi signori giudici di Essaminador…
Et io Monfiorino Parmesani di Treviso, nodaro et cittadino, al presente cancelliero dell’illustrissimo signor Francesco Badoer podestà et capitano di Vicenza, ho fatto di mano propria la scrittura del presente essame et essaminati io personalmente tutti li sudetti testimoni.
Et in fede mi sonno sottoscritto di mano propria.