Il primo case study di local hero esaminato è quello del fuorilegge Giovani Beatrice o Giovanni Zanon, da cui per contrazione Zanzanù, vissuto tra la fine del Cinquecento e i primi due decenni del Seicento nella zona dell’Alto Garda. La sua immagine è oggi ancora diffusa in quasi tutta la riva occidentale del Garda, da Salò a Riva.
Indubbiamente si può parlare di local hero. Ma come è giunta sino a noi la sua immagine? Possiamo di certo individuare due fili rossi. Innanzitutto quello consuetudinario, affidato all’oralità, ma, come vedremo, si tratta di un’immagine controversa e storicamente ben poco precisa. Un’immagine che sembra accostare il fuorilegge al bandito sociale, tratteggiato a suo tempo da Eric Hobsbawm, a quella del bandito autore di gesta crudeli e sanguinarie.
Altro filo rosso è costituito da una letteratura ‘alta’ che tra Otto e Novecento dipinge il fuorilegge di Gargnano come un vero e proprio ‘brigante’, cui si attribuiscono imprese criminali ed efferate.
In realtà dobbiamo chiederci quanto dell’immagine di Zanzanù sarebbe giunta sino a noi senza l’esistenza del maestoso ex-voto ancor oggi esistente presso il santuario della Madonna di Montecastello di Tignale. Un ex-voto che in realtà si riferisce alla morte violenta del bandito di seguito ad un attacco concentrico della comunità di Tignale, ma che nel corso del tempo perse la sua fisionomia originaria, in quanto gli eventi descritti nel dipinto smarrirono la loro effettiva pregnanza per divenire una sorta di rappresentazione dell’immagine stessa del fuorilegge.
L’operazione storiografica ha dovuto quindi procedere, tramite il recupero di tutte le fonti documentarie disponibili, ad un’operazione di decostruzione e di ricostruzione del mito, ponendosi una serie di quesiti che, evidentemente, imponevano in primo luogo la delineazione dei contesti sociali e comunitari in cui Zanzanù visse nel corso della sua lunga latitanza. Senza trascurare il contesto politico più generale e soprattutto, il clima sociale ed economico dell’epoca che si caratterizzò per una severa legislazione bannitoria che contribuì in maniera rilevante a delineare la figura del fuorilegge imprendibile e che comunque andava messo fuori gioco con ogni mezzo possibile.