La vicenda che ha come protagonista Polissena Scroffa e il nonno Vincenzo (Vicenzo, come si usava dire) è di estremo interesse e si caratterizza per una serie di punti che convine elencare:
a) innanzitutto la sua dimensione politica, nel senso più pieno del termine. Un conflitto successorio viene infatti preliminarmente arginato tramite un testamento che, in maniera preveggente, affida le sue volontà ad uno dei più importanti organi politici della repubblica: il Consiglio dei dieci.
b) Tale dimensione politica è enfatizzata per la complessità del discorso giuridico che la anima. Tra i protagonisti principali si colloca infatti fra Paolo Sarpi che, in quegli anni, rivestiva l’importante funzione di consultore in iure. La dimensione giuridica del sistema politico veneziano è enfatizzata e si rivela in tutta la sua specificità dalle osservazioni che i consultori in iure, proprio a partire dalla vicenda dell’Interdetto, sono chiamati a svolgere dalle più importanti magistrature veneziane, di fronte ad una serie di questioni che devono essere affrontate e risolte in una logica politica caratterizzata dalla sua dimensione aristocratica e repubblicana.
c) Personaggio centrale è Vincenzo Scroffa, aristocratico vicentino, la cui vita, di per sè, si potrebbe costituire come un vero e proprio romanzo. Le sue vicende sono rapidamente delineate, ma spero che tra i collaboratori del sito ci sarà chi è in grado di descriverle compiutamente.
d) Il testamento di Vincenzo Scroffa sembra delineare pure, sullo sfondo, un contrasto ineliminabile tra la logica e le esigenze del lingaggio, da una parte; e un profilo individuale e culturale della donna in ambito successorio. Polissena, difatti, non sembra voler aderire così facilmente alle volontà del nonno.
e) Ma di converso, dallo stesso testamento di Vincenzo Scroffa, emerge ancora la forza ideologica del lignaggio, in grado di costituirsi come elemento catalizzatore delle scelte di un aristocratico, giunto alla fine della sua vita, dopo una vita avventurosa e ricca di peripezie.
f) Ma Vicenzo Scroffa conosce bene la vischiosità della piccola patria in cui è nato e preferisce affidarsi ad una magistratura nota per la sua evidente dimensione politica. Sarà questa, infine a decretare, l’esito di tutta la vicenda.
g) La vicenda registra inoltre una situazione paradossale. Su proposta di Paolo Sarpi si viene in realtà a realizzare una sorta di matrimonio civile tra Polissena e lo Scroffa che lei aveva strumentalmente scelto. Un episodio di grande rilievo, che mette in rilievo l’ambiguità della dottrina matrimoniale, anche dopo il Concilio di Trento, se affidata ai potenti gruppi parentali.
h) Difatti la distinzione tra sponsali per verba de futuro e sponsali per verba de praesenti, che per secoli aveva sancito l’ambiguità del vincolo sacramentale, nonostante le più precise disposizioni tridentine, poteva riaffiorare ed essere utilizzata soprattutto da chi nella società era provvisto di potere e ricchezza.
i) Altro aspetto interessante è il gossip che nelal Venezia di quegli anni avvolge la vicenda nei suo svolgersi. Il succedersi degli eventi rivela la stretta compenetrazione tra la forma del potere veneziano e il diffondersi del gossip.
l) Il potere politico, infine, decreta con la sua scelta definitiva la sacralità che ne caratterizzava l’azione politica. Una promessa di matrimonio era tanto più valida se rivolta al Consiglio dei dieci, suprema magistratura della Repubblica.
m) infine, anche in questa vicenda, si può scorgere come l’eredità femminile non fosse di certo indifferente: se Polissena avesser rifiutato l’offerta del nonno e si fosse accontentata della legittima, sarebbe venuta in possesso di un enorme patrimonio.