Le vicende esaminate nel saggio seguente (incentrato sulla famiglia aristocratica vicentina/veneziana dei Ferramosca) si prestano sia ad alcune osservazioni di carattere generale, che, più specificamente, ad esaminare l’interessante figura della vedova. Anna Mascarello e Anna Ferramosca furono entrambe vedove di membri della famiglia Ferramosca. Anna Mascarello (la cui figura può, in un certo senso, essere accostata a quella di Trivulzia Brazzoduro) si caratterizza in tutta la sua dimensione di donna. Rimasta vedova, allaccia una relazione, legittimata da un matrimonio segreto, da cui ha una figlia. Posta alle strette dai figli maschi avuti dal primo matrimonio, i quali difendono a spada tratta i diritti del lignaggio, ella infine si ribella, appellandosi al suo ruolo di donna e di madre. I dati biografici sono scarni, ma intensi e meriterebbero, indubbiamente, un approfondimento. Anna Ferramosca sembra pure avere alcuni tratti in comune con Euriemma Saraceno (difatti la sua nascita è illegittima), ma segue poi un percorso particolare: diviene, a tutti gli effetti dominatrice del proprio lignaggio, assumendo alcuni dei tratti più specifici del maschio. Ella entra in conflitto con i figli e il fratello, ma per riaffermare la dimensione ideologica del lignaggio. Si tratta di due figure diametralmente opposte, ma che, in quanto vedove, sembrano riassumere in sè i diversi ruoli assegnati alla donna.