Serenissimo Principe, Illustrissima Signoria
Messer Giacomo Cavazzolo, vicario di Malo et publica persona, havendo per innanzi ricercato per moglie a me Gieronimo Muzano una figliola che io ho et havendolo io per honeste cagioni ricusato, ha voluto con la fraude e con le insidie violare il mio proposito et l’honore della famiglia.
Onde, sotto finta intentione et falsa promessa di matrimonio, ha scallata la finestra col notaro del luogo et occultamente me l’ha ingravidata, et levata alla mia persona et al parentato ogni civile honestà. Havendo pure maritato due altre figliole in dui nobili di questa Repubblica, ai quali doveva per più ragioni haver rispetto.
Questo atto ingiurioso et dishonesto, commesso da iusdicente del luogo e così da rappresentante la Serenità Vostra, conviene che sia vendicato e corretto dalla esemplare giustitia di questo eccelentissimo Stato, et non puote et non deve esser agitato in Vicenza, oltre le altre ragioni, perciochè havendo io et li miei figlioli importantissime nemicitie in quella città, per le quali altre volte fu delegato in altro luogo una nostra causa, non ci seria sicuro proseguire il castigo di questa ingiuria e qualche debito reatauro dell’honore alla Casa ( se però in così avverso accidente mi po’ venir consolatione).
Pertanto sono comparso con il frattello et con li figliuoli, humilmente supplicando che presa Vostra Serenità informatione dal clarissimo rettore in Vicenza del processo per me formato et dei particolari accidenti fraudolosi et ingiuriosi in esso contenuti et particolare informatione insieme delle mie nemistà et dellegationi per ciò ottenute dalla Serenità Vostra, voglia delegare la causa ai clarissimi Avogadori di commun, acciochè in luogo sicuro sicuro a noi et innanzi al Principe istesso, a cui s’aspetta di castigare i delitti dei publici ministri, sia corretta la ingiuria e il mio honore vindicato.
1573 ultimo agosto
Che alla sopradetta supplicatione rispondino li rettori di Vicenza…
(filza 327)