Serenissimo Principe, Illustrissima Signoria
Tra gli più enormi et detestabili delitti, così per le leggi civille, come per molti decretti et esemplari giuditii di questo santissimo Dominio, sono stati in ogni tempo reputadi quelli che a danno, overo ingiuria, dell’honor et pudicitia delle povere virgine et matrone, fossero comissi.
Li quali di continuo per Vostra Sublimità sono stati vendicati et puniti con tremenda et esemplar giustitia.
Onde, da tale chiara fama consolati et preso ardire, noi intervenienti per la misera madonna Anastasia, vergine orfanella et unica figliola del quondam messer Zuan di Mazi milanese, et già per molti anni honorevol mercatante in Vicenza, et di madona Margarita, sconsolata sua madre et vedova, et di messer Pietro di Mazi suo barba, vechio decrepito et mercatante di ottima fama in Vicenza, siamo pieni di incredibil passione riccorsi ai piedi suoi.
Humilmente esponendoli nella preditta città esser talmente cresciuta l’audatia di persone nobile et di mala vita, che si fano licito non solo commetter frequenti assalti, omicidi et altre selerità, ben notte a Vostra Serenità, per li novi et assidui recchiami di quelli, ma etiamdio di voler per fas et nefas insidiar et oprimer l’honore, la quiete et libertà delle povere madre, virgine et figliuole et le facultà di quelle, con speranza di poter con sue astutie, parentadi et favori, occultar la verità di tali atroci delitti et oprimer la giustitia et passare impunidi. Et poi, con scelerati artifici et falsità oprimer la vita et roba de noi poveri mercatanti forestieri et delle nostre figliuole.
Dalla qual scelerata audatia, mossi alcuni nefarii potenti cittadini, finhora assai incogniti per lor potenza, hebbero ardir il lune di notte de 20 aprile prossimo, con grossa setta d’armati occulti, circondar la contrada delle case nostre et con materie sporche et fetide imbratar la porta, le pilastrade et parte dei muri dell’habitatione del ditto messer Pietro, de sua cugnata et nezza, con alcune sporche impressione de corni et altre cose ignominiose.
La qual selerata deturpatione, intesa et veduta dal ditto messer Pietro, lo indusse con estremo dolor et lacrime ricorrer a quel clarissimo signor potestà et farne querella et inquisitione, per la quale non havendo finhora possuto abastanza scoprir la seta diabolica et monopolio de malfatori, tropo potenti in quella città.
A quella, ricorsi in genocchione li supplicamo che ben informata di tal atroce delitto per littere di clarissimo signor rettore, et della verità fin ora opressa, si degna delegarlo all’officio delli clarissimi signori Avogadori, con la virtù et auttorità formidabile di quali, speriamo che in breve tempo gli scelerati auttori et complici de tanta abhominevole tristitia sarano in breve scoperti et puniti, con immensa consolatione delli miseri offesi et di tutti li boni mercatanti di quella città et a conservation dell’honor et facultà delle altre infelice vergine orfanelle, a torto ben spesso insidiate et travagliate da nefarie persone.
Et così supplicando humilmente alla sua pietosa et benigna gratia se raccomandiamo.
1562 15 maii
Positum fuit inter dominos consiliarios infrascriptos quod huic supplicationi respondeant rectores Vincentiae…
(filza 316)