Serenissimo Principe
L’anno 1581, adì 10 febraro, io povero Batista da Settimo, putto allhora de anni quatordeci, fui bandito per li magnifici consorti della Fratina in contumatia, diffinitive et in perpetuo della Fratina et de tutta la sua giurisdittione, della città de Udene et de tutta la Patria, con pena in caso de contrafatione de cinque anni di galea et di tornar al bando.
Et questo per imputatione et sopra un proclama di esser stato con un mio patrone et con altri all’atto di cavar de prigione una donna, ritenuta per imputatione di haver soffocata una creatura che haveva parturito.
Di questo proclama fatto contra di me non hebbi io misero et infelice garzone notitia alcuna, sicome non haveva anco nella imputtatione alcuna colpa.
Et la caggione perché io non hebbi notitia fu perché poco avanti che io fossi proclamato, havendo finito il tempo per il qual era accordato col sudetto mio patrone, mi ero partito de quella giurisdittione et ritornato a casa mia, giurisdittione de San Vido, distante poco otto miglia in circa dal castello della Fratina.
Hora desideranto io dimostrar l’innocentia mia, supplico Vostra Serenità che si degni farmi gratia che non ostante esso mio bando in contumatia, io possa presentarmi et usar delle ragioni mie, il che è parte non meno della giustitia che della clementia de Vostra Serenità.
Alla cui buona gratia humilmente mi raccomando.
1581 18 luglio
Che alla sopradetta supplicatione risponda il locotenente di Udene…
(filza 336)