La caccia alla volpe si svolge secondo un rituale prestabilito e tramite protagonisti che hanno un ruolo ben preciso. Un risvolto tragico e cruento del banditismo è la caccia che le autorità avviarono ricorrendo soprattutto alla concessione di ricchi premi e benefici. Si diffusero quindi delle figure che possiamo definire liminari in quanto poste al confine tra banditismo e la sua repressione. Figure che sono state definite dallo studioso americano Thomas Gallant military entrepreneurs dedite alla caccia dei banditi. I fascicoli istruiti per accertare il diritto acquisito di seguito alla cattura e uccisione dei banditi (soprattutto le voci liberar bandito) sono di straordinaria importanza perché ricchi di informazioni (spesso uniche) relative ai fuorilegge e al mondo che gravitava intorno agli stessi cacciatori di taglie (si veda il saggio al punto 4 Un episodio della lotta contro il banditismo…).
Qui di seguito si riportano le vicende che coinvolsero Giovanni Beatrice e alcuni dei protagonisti che compaiono nella sua biografia (si veda il punto 3 L’ultimo viaggio di Giovanni Beatrice). Si tratta di documenti di notevole interesse per la storia del banditismo e della società cinquecentesca. Come si potrà constatare la prima fase che caratterizza la riscossione delle voci appare estremamente variegata a seconda delle dinamiche che stavano a monte della caccia ai banditi.
Di grande rilievo per la storia del nostro fuorilegge è la richiesta avviata dalle due comunità di Tignale e Gargnano di seguito alla morte di Giovanni Beatrice (17 agosto 1617), che fa da pendant al grandioso ex voto dipinto da Giovan Andrea Bertanza ed esistente nel santuario della Madonna di Montecastello di Tignale.